“È nella malattia che ci rendiamo conto che non viviamo soli, ma incatenati a un essere d’un altro regno, dal quale ci separano degli abissi, che non ci conosce e dal quale è impossibile farci comprendere: il nostro corpo.”
(Marcel Proust, I Guermantes, 1920)
Le donne presentano più volte degli uomini sindromi dolorose croniche, diffuse o centrate su un solo organo. Alcuni ipotizzano che le donne siano più sensibili, o più psicologicamente vulnerabili e altri che tendano a lamentarsi più facilmente. Siccome le donne ricorrono più spesso alle cure mediche, sembra che siano tutelate meglio degli uomini. In realtà è vero che molte diagnosi vengono fatte in ritardo e che i trattamenti non sono sempre adeguati ai vari casi. Dalle ricerche risulta anche che gli uomini tendono a ritardare la visita medica e aspettano che i sintomi diventino più acuti.
3 fattori possono spiegare queste differenze:
1. Fattori ormonali. Le donne sperimentano presto la prima esperienza dolorosa, con la comparsa del menarca, e successivamente sono costrette a subire le conseguenze delle fluttuazioni ormonali cicliche: tensione mammaria, dolori pelvici ovarici, ecc. Molti dolori sono anche legati alle prime esperienze sessuali. Inoltre occorre ricordare i dolori del parto. Gli ormoni sessuali hanno effetti rilevanti sull’apparato femminile ma anche su tutto l’organismo e, in particolare, sul sistema nervoso. Il cervello delle donne è meno lateralizzato rispetto a quello degli uomini dove l’emisfero destro e quello sinistro hanno funzioni più definite. Al contrario nelle donne ciascuno dei due emisferi è in grado di adattarsi e di sostituire l’altro in caso di lesioni circoscritte. Questa differenza è dovuta, molto probabilmente, all’azione degli estrogeni. Gli estrogeni sembra che talvolta abbiano un’azione antalgica, infatti sembra che la sensibilità delle donne al dolore sia più alta in fase mestruale. In altri casi gli estrogeni aumentano addirittura la percezione dolorosa. Ci si è anche chiesti se il sistema nervoso delle donne sia più predisposto al dolore. Non è stata ancora trovata una risposta soddisfacente, tuttavia è vero che le donne sono più ansiose degli uomini e che questo è correlato ad uno squilibrio degli ioni calcio e magnesio. La principale differenza tra uomo e donna sta nel fatto che il funzionamento delle ghiandole della riproduzione nell’uomo è continuo mentre nella donna è ciclico. La donna è caratterizzata dalla continua fluttuazione dei tassi di estrogeno e dall’aggiunta intermittente di progesterone, ormoni che esercitano entrambi potenti effetti sull’umore e su tutte le funzioni neurotrasmettitrici.
2. Educazione. Fin dalla più tenera età la donna esprime meglio e più facilmente le proprie emozioni rispetto all’uomo; durante l’adolescenza legge di più e comunica con più facilità; piange anche più spesso. Nella donna il dolore è un elemento naturale, fa quasi parte di lei. Numerosi studi hanno dimostrato che i padri redarguiscono di più i figli quando non rispettano gli stereotipi maschili di resistenza al dolore e li ricompensano nelle situazioni opposte. Per scacciare i problemi, la donna ha bisogno di parlare, è il suo modo di gestire lo stress. La capacità di esprimere i problemi di salute le consente di chiedere a un’amica l’indirizzo di un medico, il nome di un farmaco; sono le donne che diffondono quelli che vengono detti “i rimedi della nonna”.
3. Tendenza alla depressione. Gli ormoni influiscono sulla vita emozionale: il testosterone favorisce l’aggressività, mentre gli ormoni femminili favoriscono l’ansia e l’umore depressivo, da ciò ne deriva che di fronte al dolore cronico, le donne provano un senso di colpa che rasenta spesso la depressione, mentre gli uomini provano una collera indirizzata verso l’esterno. Le donne, pertanto, sono statisticamente più soggette a depressione. I sintomi depressivi nella donna compaiono generalmente in momenti della vita particolari, come la pubertà, la gravidanza, il post-partum e la menopausa, dimostrando l’influenza ormonale sull’umore. Esse consultano un medico più rapidamente per una sindrome depressiva e assumono tranquillanti e antidepressivi due volte più degli uomini. Nei giorni in cui la temperatura è molto alta o molto bassa sono le donne che, in percentuale più elevata, tentano il suicidio: questo è vero soprattutto durante il ciclo mestruale, quando la termoregolazione è più alterata.
Riferimenti bibliografici:
– Belaisch J, De Kervasdoué A. “Perchè le donne soffrono di più ma vivono più a lungo'”, Baldini Castoldi Dalai Editore, 2005.
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