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Forti emozioni, stress e infarto: che legame c’è?

“Al lavoro, pensi ai bambini che hai lasciato a casa. A casa, pensi al lavoro che hai lasciato incompleto. Una tale lotta si scatena dentro di te. Il tuo cuore è lacerato.”
(Golda Meir)

I cardiologi concordano sul fatto che uno stress acuto può causare, in soggetti predisposti, un’aritmia o una fibrillazione ventricolare. Le autopsie dimostrano che, anche se è meno probabile che si verifichi in assenza di patologie cardiache, questo avviene con maggiore probabilità in presenza di un tessuto cardiaco danneggiato e di placche aterosclerotiche. Il muscolo di un cuore malato diventa più eccitabile da un punto di vista elettrico, rendendolo più incline a fibrillare.
Le cause della morte cardiaca vanno dalle brutte notizie alla gioia estrema, dal terrore al piacere.

Com’é possibile che le esperienze felici uccidano nello stesso modo del dolore improvviso?

La rabbia e la gioia estrema producono effetti diversi sulla riproduzione, sulla crescita e sul sistema immunitario, ma producono gli stessi effetti sull’apparato cardiovascolare: ad alcune parti del corpo, come il cuore, non importa in che modo si perde l’equilibrio omeostatico, ma soltanto in quale misura e questo è uno dei concetti chiave della fisiologia dello stress. Il sistema nervoso simpatico ha, quindi, lo stesso effetto sulle coronarie indipendentemente dalla qualità dell’emozione che lo iperattiva.
Secondo alcune ricerche gli uomini sarebbero maggiormente soggetti ad infarti mentre le donne a patologie cardiache, mentre negli ultimi anni le morti correlate a queste patologie sarebbe in aumento nelle donne e in diminuzione negli uomini. Questo è legato ad un aumento dell’obesità soprattutto tra le donne oltre che ad un aumento della percentuale di fumatrici.

stress10Ma un fattore del tutto nuovo è proprio lo stress: negli ultimi decenni, infatti, sono sempre di più le donne che lavorano fuori casa e questo porta ad un’attività eccessiva del sistema nervoso simpatico e alla secrezione eccessiva di glicocorticoidi. Un ruolo importante è svolto anche dall’estrogeno, nonostante la sua azione antiossidante che consente una certa protezione dalle patologie cardiache; infatti, lo stress diminuisce il livello di estrogeno, anche se gli studi non hanno riscontrato ancora risultati certi.
Anche la morte vudù ha a che fare con lo stress acuto. In alcune culture se qualcuno fa qualcosa di proibito perché violento o blasfemo si chiama in causa lo sciamano che con degli appositi rituali, ad esempio attraverso la costruzione di bamboline vudù, fa un maleficio al trasgressore che subisce una morte cardiaca. Esistono casi in cui lo sciamano individua una persona già malata oppure lo avvelena, ma esistono anche casi di vera e propria morte psicofisiologica. Cannon aveva ipotizzato che chi ha subito una maledizione diventa così nervoso e preoccupato che il sistema nervoso simpatico in iperattività può portare fino all’infarto; Richter invece affermava che si trattava di una sorta di resa: l’individuo sa di dover morire, e ciò lo porta all’iperattivazione del sistema parasimpatico. Il mistero per ora irrisolto è che queste morti possono avvenire anche in persone giovani e sane.
Riferimenti bibliografici:

-Rispoli L. “Esperienze di Base e Sviluppo del Sé- L’evolutiva nella Psicoterapia Funzionale”, Franco Angeli, 2004.
-Sapolsky R. M. “Perchè alle zebre non viene l’ulcera? La più istruttiva e divertente guida allo stress e alle malattie che produce. Con tutte le soluzioni per vincerlo”, Orme Editori, 2004.

Psicologa Padova - Francesca GalvaniForti emozioni, stress e infarto: che legame c’è?

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