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Gli effetti dello stress sulla crescita e sullo sviluppo

“L’uomo non può vivere di solo latte. L’amore è un’emozione che non ha bisogno di essere nutrita con il biberon o con il cucchiaio”
(H. Harlow)

E’ proprio vero che la crescita avviene grazie al consumo di cibo: il cervello diventa più grande, le cellule si dividono e crescono, le ossa lunghe si allungano, la laringe si ispessisce, ecc. Buona parte del compito degli ormoni è di mobilitare l’energia e i materiali necessari a questo processo: signore di tutto ciò è l’ormone della crescita, mentre gli ormoni riproduttivi entrano in gioco durante la pubertà. Ma in che modo lo stress sovverte lo sviluppo? Innanzitutto questo non riguarda solo i danni alla crescita scheletrica, ma anche il modo in cui lo stress nell’infanzia può alterare la vulnerabilità alle malattie durante tutto il corso della vita.
Durante lo sviluppo, che inizia durante la vita fetale, l’organismo prende delle decisioni su come reagire al mondo esterno attraverso continue valutazioni. Ad esempio in una donna incinta durante una carestia, il feto imparerà ad immagazzinare ogni briciola di cibo e ciò darà un imprinting ben preciso al suo metabolismo. Ma questo porterà a predisporlo ad un maggiore rischio di ipertensione, obesità, diabete di tipo 2 e patologie cardiovascolari. Quindi minore è il peso del neonato alla nascita, maggiore sarà il rischio di sindrome metabolica da adulto. La denutrizione, pertanto, si presenta come un forte stressor.
Lo stress prenatale programma anche gli esseri umani ad una secrezione maggiore di glicocorticoidi in età adulta. In alcune ricerche lo scarso peso alla nascita è indicato come indicatore di stressor durante la vita fetale e questa relazione è ancora più evidente se si tratta di una nascita prematura. Gli stressor prolungati causano nell’uomo una riduzione dei livelli dell’ormone della crescita. La cosa strana è che durante il periodo successivo alla comparsa dello stress, negli umani e in alcune altre specie, tali livello aumenta. Infatti, durante lo stress, è adattivo secernere l’ormone della crescita finché ciò contribuisce a mobilitare energia, ma questa mobilitazione blocca al contempo la promozione della crescita. Negli adulti lo stress cronico può far aumentare il rischio di osteoporosi e causare atrofia scheletrica.


Occorre considerare un ulteriore aspetto. Durante la gravidanza i glicocorticoidi vengono somministrati a donne che presentano alcuni disturbi endocrini o che rischiano un parto prematuro. Una loro massiccia somministrazione provoca la nascita di bambini con una circonferenza della testa più piccola, con problemi emozionali e comportamentali nell’infanzia e una maggiore lentezza nel raggiungimento di alcune tappe fondamentali dello sviluppo.
Per capire il processo mediante cui lo stress inibisce la crescita è opportuno iniziare coi casi estremi. In un bambino che a 8 anni smette di crescere ma in cui non viene riscontrata nessuna causa organica, si scopre spesso che è successo qualcosa di estremamente stressante nella sua vita, come un abuso. In questi casi la sindrome è chiamata nanismo da stress o psicogeno, anche se si tratta di un disturbo molto raro. Se lo stressor viene eliminato prima che il bambino entri nella fase inoltrata della pubertà vi è, comunque, la possibilità di un certo grado di crescita. Quindi una crescita e uno sviluppo ottimali non dipendono soltanto dall’aver ricevuto il giusto numero di calorie o dall’esser stati tenuti al caldo: un bambino, crescendo, deve attraversare delle esperienze che costituiscono i mattoni della crescita, come la protezione, il contatto, il poter allentare il controllo, la forza, la vitalità, ecc. Stress e traumi della prima infanzia sembrano avere un enorme potere nell’aumentare il rischio di vari disturbi psicologici molti anni dopo. L’ansia ruota attorno ad una parte del cervello detta amigdala, e lo stress prenatale programma per tutta la vita quella zona per l’ansia. L’amigdala finisce per essere più sensibile ai glicocorticoidi e si ipotizza che questo abbia una certa influenza sulla predisposizione all’ansia in individui adulti. Numerose ricerche, ad esempio, mostrano che la perdita di un genitore durante l’infanzia aumenta durante tutto l’arco della vita il rischio di depressione. Un altro studio mostra come i traumi infantili accrescano il rischio di sindrome da colon irritabile in età adulta. In maniera analoga, i bambini vittime di abusi presentano livelli elevati degli ormoni coinvolti nello stress.
Per il giusto sviluppo biologico serve l’amore e la sua assenza è tra gli stressor più dolorosi e dannosi. Lo stesso Harlow scrisse “L’uomo non può vivere di solo latte. L’amore è un’emozione che non ha bisogno di essere nutrita con il biberon o con il cucchiaio”.

Riferimenti bibliografici:

-Rispoli L. “Esperienze di Base e Sviluppo del Sé- L’evolutiva nella Psicoterapia Funzionale”, Franco Angeli, 2004.
-Sapolsky R. M. “Perchè alle zebre non viene l’ulcera? La più istruttiva e divertente guida allo stress e alle malattie che produce. Con tutte le soluzioni per vincerlo”, Orme Editori, 2004.

Psicologa Padova - Francesca GalvaniGli effetti dello stress sulla crescita e sullo sviluppo

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