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La Sindrome del Colon irritabile: cause psicologiche e organiche

“La nostra anima è ciò che più importa; eppure, è chiaro, ci si accorge di avere uno stomaco molto prima di sospettare di avere un’anima.”
(Pierre Reverdy, Il guanto di crine, 1927)

Secondo le statistiche la sindrome del colon irritabile varia da una persona su 20 a una su cinque con un picco di frequenza tra i 40 e i 60 anni. Le donne colpite sono il doppio rispetto agli uomini. I disturbi non sono costanti e in alcuni periodi possono scomparire del tutto.
La pancia è percepita come un focolaio di sofferenza, ma sono i parossismi imprevedibili del dolore quelli più temuti e preoccupanti, perché possono sopraggiungere nei momenti più inopportuni e causare i movimenti del colon. A volte sono provocati dai pasti e possono essere leggermente alleviati dalla defecazione, e non sempre si calmano di notte. Il sintomo più sgradevole è la diarrea, ma anche la costipazione porta a dolori intensi. Per alcuni il disturbo più fastidioso sono i meteorismi che colpiscono la totalità della pancia: si accentuano dopo i pasti e i dolori cessano quando il paziente riesce ad evacuare feci e gas intestinali. Altri sintomi sono la mucosità, la nausea, i bruciori di stomaco, l’inappetenza, la stanchezza, la tachicardia, i disturbi urinari, il mal di testa e le vampate di calore. Questi disturbi si manifestano soprattutto nei periodi di stress.

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La diagnosi viene effettuata in primo luogo attraverso una palpazione medica in cui si percepisce un colon contratto. In secondo luogo si svolge una colonscopia, soprattutto se sono presenti anemia, perdita di peso, febbre, stanchezza e perdite di sangue. Ma nella maggior parte dei casi attraverso questo esame si evidenzia una mucosa intestinale normale senza alcun segno di infiammazione. Perciò devono essere presenti i seguenti criteri: i dolori addominali devono essersi manifestati per almeno 12 settimane all’anno; l’emissione di feci e la loro consistenza non rientrano nella normalità (più di tre volte al giorno o meno di tre volte alla settimana); associazione con altri sintomi; si nota spesso la presenza di mucosità. In realtà questa disfunzione riguarda la totalità dell’intestino, cioè sia l’intestino tenue sia il colon e talvolta anche lo stomaco, quindi non è sempre facile fare una diagnosi differenziale tra i vari disturbi che lamenta il paziente.
Sono state fornite varie spiegazioni sulle origini del colon irritabile. A tutti coloro che ne soffrono viene detto di eliminare alcuni alimenti. La seconda idea logica è di incriminare le conseguenze a lungo termine di un’infezione da microbi o da parassiti come le amebe, in quanto l’infezione può alterare le reti dei neuroni che solcano la totalità delle pareti coliche. Esistono anche varie teorie sui tipi di personalità che più facilmente possono ammalarsi di colon irritabile. Secondo alcuni si tratterebbe di persone con scarsa autostima molto suscettibili alle critiche. L’intestino e i collegamenti neuronali con il cervello sono iperattivi e troppo sensibili a stimoli di tutti i tipi, perciò non è da considerarsi una vera e propria malattia ma il frutto dell’interazione tra personalità e fattori ambientali.
Per quanto riguarda il trattamento innanzitutto occorre prestare attenzione al regime alimentare ed evitare o limitare al massimo alimenti a base di farina, patate, rape, pomodori, insalate, cioccolato, succhi di frutta, alcol, caffè e te. Tra i farmaci prescritti ci sono antispasmodici, il carbone attivo, l’argilla. Ricordando che lo stress può essere una delle cause della motilità intestinale, sicuramente anche una psicoterapia accompagnata da tecniche di rilassamento può ottenere dei benefici.
Esistono anche altre malattie meno conosciute che colpiscono il colon. La colite ulcerosa e il Morbo di Crohn sono causa di forti diarree, dolori addominali, emorragie e perdita di peso. Le lesioni della colite ulcerosa si limitano agli strati dell’intestino a contatto con gli alimenti, mentre il Morbo di Crohn è più invasivo e i danni possono estendersi alla totalità della parete fino alla membrana peritoneale. Queste malattie vengono diagnosticate attraverso la colonscopia e vi è quasi sicuramente un’origine genetica. Il trattamento ha lo scopo di evitare gli attacchi e si basa sulla dieta, il ricorso ai farmaci antibatterici, ai derivati cortisonici, alla psicoterapia e alla chirurgia se necessario.
Un’altra malattia preoccupante è il cancro al colon. I dolori isolati non sono mai sintomo di cancro al colon, mentre lo possono essere il sanguinamento dell’ano e le rettoragie. Talvolta non ci si rende conto di aver sanguinato ma si percepisce una stanchezza anomala.
Riferimenti bibliografici:
– Belaisch J, De Kervasdoué A. “Perchè le donne soffrono di più ma vivono più a lungo'”, Baldini Castoldi Dalai Editore, 2005.

Psicologa Padova - Francesca GalvaniLa Sindrome del Colon irritabile: cause psicologiche e organiche

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