“Lo stress è il cestino della vita moderna – tutti noi generiamo scorie, ma se non le smaltiamo correttamente, si accumulano e superano la vostra vita.”
(Anonimo)
Per convertire e metabolizzare il cibo occorrono energia e lavoro muscolare. Lo stomaco non scompone il cibo solo chimicamente ma anche meccanicamente: le pareti muscolari si contraggono e grossi pezzi di cibo vengono scagliati da una parete all’altra per poi essere spezzati da acidi ed enzimi. Alcuni muscoli circolari detti sfinteri si aprono e si chiudono impedendo che il cibo passi da un tratto all’altro dell’intestino prima di aver completato una parte di digestione. Durante lo stress la digestione viene bloccata: lo stomaco si ferma, si cessa di secernere saliva e la bocca si secca. Questo è sensato per la zebra che deve scappare dal leone nella savana ma per noi essere umani lo stress cronico può indurre patologie.
Quando si è molto spaventati l’intestino può andare così in subbuglio da indurci a defecare spontaneamente a causa della perdita del controllo sulla vescica. Anche questo è un meccanismo adattativo: se siamo zebre in mezzo alla savana che corrono come pazze per fuggire dai predatori, tutto quello che abbiamo nell’intestino crasso, che comprende soltanto avanzi, costituisce un peso morto che rallenta la nostra corsa, perciò occorre svuotarlo! Le feci in questa situazione, inoltre, vengono espulse in forma più liquida perché nelle situazioni di emergenza l’organismo non ha il tempo necessario per riassorbire l’acqua.
Esistono due diversi tipi di disturbi gastrointestinali: quelli organici e quelli funzionali
Nel primo caso si sta malissimo e il medico vi diagnosticherà un’ulcera peptica, o un’infiammazione di tipo virale, ad esempio. Ma nel caso in cui il medico non riesca a riscontrare nulla, allora siamo di fronte ad un disturbo funzionale, ovvero un disturbo determinato dallo stress. Il più comune tra questi disturbi è la sindrome da colon irritabile che implica dolore addominale alleviato dalla defecazione, e sintomi come diarrea e costipazione, gonfiore e distensione addominale. Molti studi dimostrano che lo stress cronico può accrescere il rischio di questo disturbo e fa peggiorare i casi preesistenti. Il termine colon spastico fa anche riferimento ad un eccessiva contrattilità, che a sua volta implica un eccellente modo di produrre diarrea. Ma in presenza di lunghi periodi di stress aumenta la sensibilità al dolore degli organi interni. La spasticità non continua sempre ma cessa quando la persona dorme, proprio perché durante il sonno c’è un allentamento del controllo e quindi anche lo stress percepito diminuisce. Perciò una psicoterapia che miri all’allentamento del controllo può rivelarsi molto efficace. Un aspetto interessante è che uno stress traumatico durante i primi anni di vita fa aumentare il rischio di sindrome da colon irritabile in età adulta, probabilmente alterando il filtro funzionale, ovvero la percezione soggettiva dello stress. Esistono, infatti correlazioni tra alcuni disturbi o tratti di personalità e questa sindrome, come l’ansia e la depressione.
Un altro importante problema è l’ulcera, un foro nella parete di un organo; le ulcere che hanno origine nello stomaco o negli organi circostanti vengono definite ulcere peptiche, quelle all’interno dello stomaco ulcere gastriche, quelle più in alto dello stomaco sono ulcere esofagee e quelle localizzate tra stomaco ed intestino sono ulcere duodenali. Le ulcere gastriche sono quelle che più comunemente vengono definite come malattie da stress; si tratta di ulcere che insorgono molto in fretta in persone sottoposte a crisi estremamente stressanti. Esistono, però, anche ulcere che nascono gradualmente la cui origine è molto dibattuta a causa della scoperta di alcuni batteri che sembrerebbero giocare un ruolo fondamentale nella loro formazione. Molti autori sostengono che singoli batteri, però, non possono spiegare il tutto, infatti solo il 10% degli infetti sviluppa l’ulcera. Talvolta il qualcos’altro è un fattore di rischio legato allo stile di vita, come l’alcol, il fumo, il saltare la colazione, ecc. Ma sicuramente un altro fattore determinante è lo stress. Infatti diversi studi dimostrano che l’ulcera insorge con più probabilità in persone ansiose, depresse o sottoposte a traumi; sembra inoltre che lo stress induca le persone a fumare e a bere di più, con un ulteriore peggioramento della situazione. Il modo in cui lo stress esacerba l’ulcera è spiegabile in base a diversi meccanismi chimici e meccanici che comprendono: la riduzione della secrezione di acidi che, quindi, inibisce la digestione; l’abbassamento delle difese delle pareti gastriche a causa della diminuzione del loro ispessimento che rende più sensibili a possibili infezioni batteriche; una riduzione dell’afflusso di sangue all’apparato digerente che può provocare lesioni e piccoli infarti alle pareti gastriche; un aumento delle contrazioni ritmiche. L’ulcera peptica rappresenta, perciò, la classica interazione tra le componenti organiche (batteri, virus, tossine, mutazioni) e psicogene della malattia.
Riferimenti bibliografici:
-Rispoli L. “Esperienze di Base e Sviluppo del Sé- L’evolutiva nella Psicoterapia Funzionale”, Franco Angeli, 2004.
-Sapolsky R. M. “Perchè alle zebre non viene l’ulcera? La più istruttiva e divertente guida allo stress e alle malattie che produce. Con tutte le soluzioni per vincerlo”, Orme Editori, 2004.
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