“Ma naturalmente per capire i cambiamenti della gente, bisogna amarla.”
(Pier Paolo Pasolini)
La Psicoterapia Funzionale permette di considerare l’individuo nella sua complessità. Molte psicoterapie vedono l’essere umano da un punto di vista olistico, ma nella tecnica si perdono focalizzandosi solo sui pensieri e sugli schemi cognitivi, solo sulle emozioni, o ancora soltanto sulle capacità di rilassamento o sul linguaggio non verbale.
Per il Neofunzionalismo tutti questi aspetti, chiamati Funzioni, sono di uguale importanza.
Secondo questa teoria, l’essere emano è fatto di:
- un livello cognitivo composto da pensieri, fantasie, capacità progettuali, valori, simboli e significati trasmessi culturalmente, sogni, consapevolezza, razionalità, competenze strategiche e di risoluzione dei problemi, capacità di controllo e di percezione della realtà esterna;
- un livello emotivo, che comprende tutte le emozioni di base (come raccontato nel film “Inside Out”) gioia, rabbia, disgusto, tristezza, paura, sorpresa, ma anche emozioni più complesse come la tenerezza, il rancore, l’umorismo, la timidezza, la vergogna, l’invidia, la serenità.
- un livello posturale: riguarda tutte quelle Funzioni che vengono studiate nelle scienze riguardanti il linguaggio non verbale: la postura, i movimenti prevalenti (lenti, veloci, a scatti, morbidi, piccoli, ampi), l’espressione del viso, lo sguardo, la morfologia corporea, la forza.
- un livello fisiologico: comprende le Funzioni più strettamente corporee come la respirazione, il tono di voce, l’attivazione (funzionamento del sistema nervoso simpatico), il tono muscolare, eventuali alterazioni del ritmo sonno-veglia, della sensazione di fame-sazietà, problemi di natura ormonale ed eventuali altre patologie presenti.
Tutti i Livelli dovrebbero andare nella stessa direzione in base alle esperienze di vita. Ad esempio se sono felice non solo proverò un’emozione di gioia, ma nel livello cognitivo ricorderò eventi piacevoli o avrò un’aspettativa di entusiasmo rispetto ad un evento che deve ancora accadere, sul piano fisiologico ci sarà una leggera tachicardia di eccitazione e su quello posturale potrò persino fare i salti di gioia. Ci sono però delle esperienze negative che possono determinare delle scissioni in questi piani (ad esempio uno stress ripetuto o un evento traumatico come un terremoto) che possono impedirci di vivere pienamente una situazione di gioia e felicità: ad esempio posso conservare i ricordi di gioia ma sperimentare un’emozione di tristezza, dovrei essere contento per qualcosa che sta per accadere ma non riesco a sorridere, ecc. Così come la Vitalità, altre capacità come il Controllo, la Sicurezza di Sé e la Calma, si possono alterare e dar vita a sintomi come l’ansia e la depressione. La psicoterapia Funzionale permette di capire che cosa è “andato storto” e di ricostruire ciò che si è rotto. Spesso, ma non sempre, le cause sono da ricercare nell’infanzia, ma l’importante è poi lavorare sul “qui ed ora”, attraverso tecniche che intervengono su tutti e 4 i livelli, per ridare ad ogni nostra capacità la piena funzionalità e permetterci di assaporare ogni cosa che la vita ci offre e/o (perché no?) imparare a stare lontani dai guai.
Il terapeuta Funzionale è, inoltre, una persona competente e formata non solo da un punto di vista tecnico ma anche e soprattutto relazionale, che potrà essere una guida, un amico fidato, un nuovo genitore a cui affidarsi, a seconda delle circostanze.
Ma quando è adatto questo tipo di psicoterapia?
Lavorando sui Funzionamenti più profondi, la terapia Funzionale è adatta a qualsiasi disturbo. Sono abituata ad intervenire non sulle diagnosi ma sulle persone, favorendone il cambiamento personale e il raggiungimento del benessere.
Foto di Francesca Galvani
Riferimenti bibliografici:
-Rispoli L. “Esperienze di Base e Sviluppo del Sé- L’evolutiva nella Psicoterapia Funzionale”, Franco Angeli, 2004.
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