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La sessualità nella cultura occidentale

“Oggi la libertà sessuale della maggioranza è in realtà una convenzione, un obbligo, un dovere sociale, un’ansia sociale, una caratteristica irrinunciabile della qualità di vita del consumatore”
(Pier Paolo Pasolini)

Concentrarsi sui costumi sessuali quando si è di fronte ad un disturbo sessuale è di fondamentale importanza, oltre che agli aspetti chimici e medici: un’alta percentuale dei nostri comportamenti sessuali, e quindi anche dei nostri timori e delle nostre inibizioni, è ed è stata, infatti, determinata dalla tradizione. Le più antiche civiltà del mediterraneo erano fondate sul matriarcato in cui si celebrava la Grande Madre, che si accoppiava ogni primavera con un nuovo consorte; gli uomini paleolitici veneravano il culto della donna come fonte perenne di vita, ma poi questo “femminismo” venne soppiantato dal patriarcato e dal maschilismo, soprattutto nella società micenea. In queste comunità prevalentemente maschili, dove gli uomini passavano molto tempo lontano da casa, si verificavano due fenomeni: l’omosessualità maschile (vedi l’amore e la disperazione forsennata di Achille per la morte di Patroclo), e il concetto della donna-oggetto, preda di guerra. Anche a Sparta, essendo il rapporto uomini e donne di sette a uno, era molto diffusa l’omosessualità, mentre la situazione opposta si verifica a Lesbo, un’isola del Mar Egeo, da cui deriva proprio il termine “lesbica”. Completamente diversa fu la sessualità nell’antica Atene, dove erano presenti sia l’omosessualità maschile che quella femminile, anche se quest’ultima era vista con disprezzo e aberrazione, mentre quella maschile era simbolo di virilità ed era presente nelle classi sociali più elevate. Le civiltà antiche conoscevano anche quelle che oggi vengono classificate come devianze sessuali o parafilie. Fra le perversioni più diffuse vi era la zoofilia, ma era molto diffuso anche l’incesto, di cui ne danno testimonianza persino nella Bibbia che lo punisce con la pena di morte. Anche nella cultura greca l’incesto era visto con orrore. Nella mitologia greca si trovano chiare trace di narcisismo con il mito di narciso, dal cui fenomeno prende piede la scopofilia, o voyerismo. Non mancano testimonianze sulla necrofilia, soprattutto in Egitto, dove una della preoccupazioni principali dei parenti di una giovane defunta era di evitare che gli imbalsamatori ne profanassero il cadavere sessualmente. In Egitto si ricorda, inoltre, anche una forma particolare di autoerotismo, ovvero l’autoerotismo religioso: in molti dipinti è rappresentato il faraone sdraiato intento in atti masturbatori allo scopo di fecondare il cielo, che era una divinità femminile. Nel mondo romano la sessualità era esaltata nei baccanali, i riti dedicati a Dioniso, ma esiste anche il culto della fedeltà coniugale. Per quanto riguarda i costumi sessuali occorre ricordare che la società latina era schiavista, perciò i padroni erano liberi di chiedere agli schiavi anche delle prlove13estazioni sessuali. Era diffusa l’omosessualità mentre l’incesto era punito severamente.

Il trionfo della cultura cristiana permeò ogni aspetto della vita, e quindi anche quello della sessualità. Il medioevo cristiano condivide con quello musulmano il maschilismo e dall’altro lato presenta una sua caratteristica: il culto dell’astinenza, della castità e della verginità, inaugurato da San Paolo e posto a fondamento di tutta la civiltà e la cultura cristiana. Nonostante questo nel medioevo cominciarono a proliferare le case di tolleranza, nonché la corruzione che dilagò anche all’interno dei monasteri con la conseguenza di centinaia di migliaia di aborti e di neonati abbandonati. Fra quattrocento e cinquecento si ebbero rinnovate manifestazioni della sessualità. Con l’umanesimo e il rinascimento rinacque l’omosessualità culturale, con artisti come Michelangelo; in secondo luogo rinacquero le antiche orge e riapparve anche l’incesto. Con la rivoluzione scientifica di Galileo prevalse un interesse scientifico per la sessualità, infatti, grazie all’uso del microscopio, si scoprirono gli spermatozoi. Si assiste anche ad una sfrenata libertà sessuale e al trionfo delle cortigiane, e ne sono testimoni personaggi romanzeschi come Casanova, Don Giovani e di Manon Lescaut. Di fatto i costumi sessuali erano di una corruzione inaudita ma l’importante era salvare le apparenze. Il grande pubblico si fece sempre più curioso verso le devianze sessuali e tra la fine dell’ottocento e i primi decenni del novecento risorse l’omosessualità, apertamente professata soprattutto nelle classi colte e generalmente accompagnata dall’uso della droga.
La relativa libertà sessuale di oggi è il risultato di una lunga trasformazione culturale e di importanti battaglie per l’affermazione di diritti e valori. All’inizio del XX secolo la tematica sessuale fece capolino nella cultura occidentale soprattutto grazie a Freud che ne individuò il centro della teoria psicanalitica. Negli anni sessanta scoppiò la vera e propria rivoluzione sessuale attraverso l’affermarsi del diritto all’amore e della felicità in amore; anche le donne, dopo essersi conquistate una dignità politica e sociale, acquisirono un’identità sessuale basata sulla libertà e l’autodeterminazione propugnata dai movimenti femministi. Le tappe successive dell’emancipazione femminile furono l’invenzione della pillola anticoncezionale, l’approvazione delle leggi sul divorzio e sull’aborto. Oggi i costumi hanno subito un’ulteriore svolta grazie all’aumento della tolleranza sessuale, ad esempio si segnalano i movimenti gay. D’altro canto questa libertà è spesso fraintesa come diffusione indiscriminata del sesso in ogni ambito della vita, soprattutto attraverso i moderni mezzi mediatici e tecnologici. Si realizza, quindi, il paradosso di una società dove tutto, o quasi, è permesso, e l’inevitabile è l’indifferenza e il calo del desiderio per qualcosa che viene soddisfatto a priori.

Riferimenti:
Jannini E. A., Lenzi A., Maggi M. “Sessuologia Medica: trattato di psicosessuologia e medicina della sessulità”, edizioni Elsevier s.r.l., 2007.

Psicologa Padova - Francesca GalvaniLa sessualità nella cultura occidentale

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