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Aspetti psicologici nell’emicrania

“Il corpo non mente. Anche quando una persona cerca di nascondere i suoi veri sentimenti con un atteggiamento posturale artificiale, il corpo smentisce la posa con lo stato di tensione che si viene a creare.”
(Alexander Lowen, Bioenergetica, 1975)

L’emicrania è nota sin dall’antichità. La caratteristica principale di questo mal di testa è quella di evolversi per fasi cicliche, e tra una crisi e l’altra chi ne soffre vive una vita normale.
Sintomi. Il dolore colpisce solo un lato del cranio, alternando i lati nelle crisi, anche se uno predomina rispetto all’altro. Le crisi durano dalle quatto alle settantadue ore e di solito sono pulsatili, unilaterali, fastidiose e aggravate dagli sforzi fisici, dalla luce e dai rumori. A volte sono accompagnate da nausea e vomito. Si tratta di una malattia benigna e non esiste rischio di complicanze anche se il dolore aumenta nel corso degli anni. Può comportare anche difficoltà di concentrazione, disturbi dell’equilibrio e sensazioni di vertigini. I sintomi possono essere così intensi da influire negativamente sulla vita famigliare, sociale e professionale. L’aspetto peggiore consiste nel non poter fare previsioni, e proprio il fatto di non sapere quando può sopraggiungere una crisi, impedisce alle persone di organizzarsi una vita tranquilla, tanto che può far sviluppare una depressione o minare la fiducia in sé stessi.


Si distinguono due tipi di emicrania:

• con aura, ovvero con segni neurologici anticipatori,
• e senza aura.
L’aura si presenta soprattutto sotto forma visiva, con immagini velate o brillanti di fronte agli occhi, scotomi scintillanti, formicolio negli arti o sul viso, o debolezza muscolare. Talvolta i primi segnali sono costituiti da sbadigli, assenza di appetito o sensazione di fame, tristezza o eccitazione senza motivo. Negli altri casi l’emicrania si manifesta generalmente in modo brusco.
Non tutti i mal di testa sono emicranie. Le cefalee da tensione sono le più frequenti: si tratta di un mal di testa diffuso, meno intenso ma doloroso, accompagnato da sensazioni di pesantezza o compressione della testa. Esistono, poi, cefalee dovute all’attività sessuale, localizzate bilateralmente nella parte posteriore del cranio, cefalee da sforzo, cefalee causate dal freddo, dalla tosse o dalla defecazione, dalla stanchezza della vista o da un trauma cranico. L’algia vascolare della faccia è un dolore intenso a livello dell’occhio o della tempia; la nevralgia del trigemino è molto simile a quest’ultima è di minore durata con un numero maggiore di crisi.

L’emicrania ha una molteplicità di cause che spesso risultano collegate tra loro.

1. In alcuni soggetti le crisi possono essere scatenate dall’assunzione di bevande alcoliche.
2. Tra gli alimenti a rischio ci sono il cioccolato, i grassi cotti, le uova, gli insaccati, alcuni formaggi e i gelati; al contrario il caffè o gli alimenti ricchi di caffeina migliorano i sintomi.
3. Tra i fattori ambientali occorre citare il fumo di sigaretta, certi odori e profumi, la luce intensa, il rumore, le variazioni brusche di temperatura e il caldo eccessivo.
4. Abitudini di vita: l’insonnia è causa frequente di emicranie, così come l’esercizio fisico prolungato e lo stress. Per arginare le crisi, chi ne soffre dovrà condurre una vita sana e moderata.
5. Fattori ormonali. A livello epidemiologico l’emicrania colpisce tre donne per ogni uomo tra la pubertà e la menopausa. Gli ormoni femminili svolgono un ruolo importante in questo disturbo, tanto che la si definisce una malattia ormonodipendente, infatti si manifesta per la prima volta intorno agli anni della pubertà, con un aumento delle crisi durante il ciclo mestruale, mentre si attenua e scompare durante la gravidanza e la menopausa. L’emicrania può addirittura inserirsi nella sindrome premestruale. La crisi viene attribuita al brusco calo di estrogeni prima che abbia inizio un nuovo ciclo.
6. Studi scientifici dimostrano che l’emicrania è soprattutto un disturbo neurologico: la fase iniziale di una crisi ha luogo a livello dei neuroni; certe fibre del nervo trigemino vengono stimolate in modo da provocare una scarica dei neuroni che produce una serie di eventi a cascata. Il dolore è scatenato dalla dilatazione delle arterie meningee e dalle sostanze infiammatorie. La causa precisa originaria è ancora ignota. Gli specialisti ritengono che sia legata ad un’eccessiva sensibilità di alcuni centri nervosi, una sorta di errore di regolazione, probabilmente dovuto ad una predisposizione genetica, sebbene non siano mai stati individuati dei fattori genetici specifici.
7. Fattori psicologici. Molti studi e orientamenti hanno cercato di scoprire quali potessero essere le cause psicologiche dell’emicrania in assenza di riscontri organici. Secondo la psicanalisi, ad esempio, l’emicrania sarebbe l’espressione di un conflitto psichico. Altri la categorizzerebbero come un disturbo psicosomatico. Si è constatato che chi soffre di emicrania è più sensibile allo stress rispetto ad altre persone.
L’emicrania si può alleviare, ma non guarisce mai in maniera definitiva. Certi gesti, come la semplice pressione di un dito sull’arteria temporale dolorosa, o l’applicazione di una borsa di ghiaccio, oppure bere succo di limone o mangiare una zolletta di zucchero, possono diminuire il dolore di una crisi. Tra i farmaci utilizzati ci sono antidolorifici e altri antalgici, antinfiammatori non stereoidei, vasocostrittori e triptani, farmaci di recente generazione. Si possono però utilizzare tecniche di rilassamento e di allentamento del controllo in ambito psicoterapeutico che consentono di alleviarne l’intensità. In alcuni casi, se legata puramente a stress o ad altri fattori psicologici, può scomparire del tutto.

Riferimenti bibliografici:
– Belaisch J, De Kervasdoué A. “Perchè le donne soffrono di più ma vivono più a lungo'”, Baldini Castoldi Dalai Editore, 2005.

 

Psicologa Padova - Francesca GalvaniAspetti psicologici nell’emicrania

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