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Differenze di…Gender? Cervello e abilità

“Le donne guidano oramai come gli uomini. Quello che mi meraviglia è che ne sono fiere.”  (Marcel Achard)

Esistono delle differenze fisiche tra maschi e femmine, differenze determinate in primis dal patrimonio genetico e dagli ormoni che influiscono sulla crescita degli organi genitali e dei caratteri sessuali secondari. L’osservazione del comportamento umano e di altre specie animali porta necessariamente a concludere che maschi e femmine non divergono soltanto nell’aspetto anatomico e nei comportamenti sessuali e riproduttivi, ma in tutti i Funzionamenti, da quelli legati alle emozioni a quelli correlati alla sfera razionale.
Molti studi scientifici (Zaidi, 2010) hanno dimostrato che esistono delle differenze neuro-anatomiche cerebrali tra i due sessi fin dalla nascita: il cervello delle donne ha un peso inferiore a quello degli uomini (rispettivamente 1.500 gr. e 1.800 gr.), mentre non sembrano esserci differenze nel numero di neuroni. Nelle femmine si riscontra una maggiore densità del corpo calloso (quella struttura composta di fibre che crea un collegamento interemisferico tra l’emisfero cerebrale destro e quello sinistro); nella donna il cervello sembra più simmetrico rispetto a quello maschile, in cui l’emisfero sinistro funziona in modo più complesso rispetto a quello destro; il cervello invecchia più tardi nelle femmine. Nell’uomo si riscontra una maggior grandezza dei nuclei dell’ipotalamo (un maggior volume di uno dei nuclei interstiziali nell’ipotalamo anteriore, Byrne e al. 2000) i quali stimolano il desiderio sessuale, mentre nella donna si osserva una maggior ampiezza dell’ippocampo, deputato allo sviluppo della memoria. Nelle femmine sussiste una maggior densità neuronale nel planum temporale e una maggiore estensione della corteccia uditiva primaria mentre nei maschi un maggior volume del globus pallidus e del putamen (Giedd e al., 1996).

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E’ risaputo che alcune funzioni cerebrali presentano una lateralizzazione cerebrale: le aree deputate al linguaggio, ad esempio, si trovano nell’emisfero sinistro, mentre quelle della percezione spaziale nell’emisfero destro (Gainotti e al., 1993; Davidson, 1992, 1993). La maggior lateralizzazione cerebrale spiega la presenza di intelligenze e capacità diverse nei due sessi. Uno studio effettuato mediante risonanza magnetica durante la lettura di un testo complesso ha messo in evidenza che mentre nelle femmine si attivano entrambi gli emisferi cerebrali, nei maschi si attiva soltanto quello destro. Ne consegue che in maschi e femmine ciò si deve tradurre con la presenza di capacità e competenze differenti.
L’utilizzo di specifici test ha permesso di definire con precisione le abilità in cui maschi e femmine divergono. Tali capacità sono suddivise in tre aree: verbali, visuo-spaziali e matematiche.
Per abilità verbali si intendono tutte le competenze linguistiche, anche se ognuna ha sede in una specifica area cerebrale. In queste prove le femmine sono leggermente superiori ai maschi, ma questo dipende dalla specificità dei test che possono essere distinti in: prove di fluenza verbale (capacità di costruire parole in base alla conoscenza della grammatica, della scrittura, della lettura e dell’ampiezza del vocabolario), prove di analogie verbali (richiede anche una competenza visuo-spaziale), prove di memoria (capacità di ricordare parole o immagini collegate a parole) e memoria visiva. Gli uomini ottengono risultati migliori nelle prove di analogie verbali in quanto, queste, richiedono l’abilità di manipolare le immagini mentali mentre, in tutti gli altri compiti, le donne risultano migliori. Queste differenze si manifestano fin dall’infanzia: le femmine iniziano a parlare circa un mese prima dei maschi, utilizzano un vocabolario più ricco e tra i 20 e i 30 mesi parlano di più dei coetanei di sesso opposto; col passare degli anni questa differenza si appiana per tornare ad essere evidente con l’invecchiamento. Inoltre i maschi sembrano essere più vulnerabili allo sviluppo di patologie linguistiche evolutive, come balbuzie, dislessia e ritardo nell’apprendimento (Halpern, 1992).
Le abilità matematiche sono suddivisibili in abilità di calcolo, comprensione dei concetti e applicazione delle conoscenze al fine della risoluzione dei problemi. In generale, i maschi ottengono punteggi più elevati in questi compiti, anche se, osservando le sotto abilità, si nota che essi riescono meglio nell’applicazione delle conoscenze; non si notano differenze nella comprensione dei concetti; nelle abilità di calcolo le femmine ottengono risultati leggermente superiori.
Le abilità visuo-spaziali sono tutte quelle competenze che riguardano l’elaborazione, la manipolazione, la trasformazione e la memorizzazione di informazioni non linguistiche. Si suddividono in diverse capacità: percezione spaziale, visualizzazione spaziale (immaginazione di cosa risulterebbe dalla combinazione di diverse parti di un oggetto), rotazione mentale (ai soggetti viene chiesto di immaginare di far ruotare un oggetto su un piano e dire in che posizione si troverà dopo la rotazione), abilità spazio-temporale (capacità di ragionare su stimoli dinamici), generazione e mantenimento di immagini mentali (capacità di rievocare un’immagine dalla memoria a breve o a lungo termine e utilizzarla per svolgere un compito), animazione mentale (immaginare un movimento ipotetico di oggetti o figure). I maschi sono migliori in tutti i compiti di questa categoria.
Inoltre, i maschi hanno maggiore capacità di orientamento delle femmine: imparano più velocemente i percorsi e sono più abili nella stima delle distanze grazie alla capacità di visualizzare una strada dall’alto; questa competenza deriva dalla strategia di rotazione mentale. Le donne usano una strategia basata sull’immaginazione della strada basandosi sui punti di riferimento nel percorso. In generale sembra che in geografia si abbia una prevalenza delle competenze maschili indipendente da fattori culturali e sociali. Gli uomini sono anche più bravi ad applicare strategie apprese a diversi contesti e ad usare le competenze visuo-spaziali per risolvere problemi matematici (Baron-Cohen, 2003).
Per quanto riguarda la memoria per la posizione degli oggetti, gli uomini ottengono una prestazione migliore per la memoria delle posizioni occupate dagli oggetti e le donne per la memoria delle caratteristiche dell’oggetto.
Alcune ricerche hanno ipotizzato che le differenze nelle prestazioni siano dovute al diverso tipo di strategie utilizzate piuttosto che alle capacità.
Tutti questi studi non sottovalutano l’influenza dell’ambiente sullo sviluppo di queste abilità. Secondo Benbow (1998) i maschi ottengono migliori risultati in matematica per diversi motivi; le femmine sono indotte a pensare che la conoscenza della matematica sia meno importante, rispetto a quanto lo sia per i maschi, per la loro vita e per la loro carriera professionale; le femmine hanno meno fiducia nelle loro competenze nelle materie matematiche; esse scelgono meno frequentemente corsi di studio tecnico-scientifici che darebbero loro la possibilità di apprendere e migliorarsi, e sembrano essere meno incoraggiate nello studio della matematica rispetto ai coetanei maschi.
Le indagini di Baker (1987) hanno evidenziato delle differenze percettive e attentive, mostrando che le donne percepiscono meglio degli uomini i suoni puri. Infatti, la perdita dell’udito avviene in età più avanzata rispetto agli uomini; le donne riescono a percepire, identificare e categorizzare gli odori con maggiore abilità rispetto agli uomini; i maschi identificano i movimenti piccoli nel campo visivo con acuità maggiore delle femmine che, infatti, perdono la vista più precocemente; le donne sono più sensibili al tatto e percepiscono meglio i sapori degli uomini. Queste ricerche evidenziano che esistono differenze di genere già a livello percettivo, differenze che sembrano essere presenti fin dalla nascita. Per ciò che concerne l’attenzione, le ricerche di Baker hanno dimostrato che le donne sono più abili nei movimenti rapidi e precisi, mentre negli uomini si riscontra una maggiore coordinazione visuo-motoria. Secondo alcuni autori queste differenze percettive sarebbero la causa principale dello svilupparsi di differenze nel campo delle abilità.
Nel 1974 Maccoby e Jacklin fecero ordine tra tutti gli studi di genere compiuti fino ad allora. Analizzarono i risultati di circa 1400 ricerche su competenze cognitive e tratti di personalità e trassero la conclusione che tra maschi e femmine esistevano differenze significative solo sul piano cognitivo, in cui le donne sembrano più centrate, e su quello visuo-spaziale e matematico, in cui i maschi risultano più capaci. Rispetto ai tratti di personalità gli autori riscontrarono maggior aggressività fisica e verbale nei maschi.
Tutte le ricerche sulle stereotipie di genere che fanno riferimento a differenze genetiche, biologiche, fisiche e ormonali non negano che tali fattori creino una predisposizione alle differenze, differenze che possono ridursi o ingigantirsi in base alle influenze ambientali, familiari, educative e culturali.

Psicologa Padova - Francesca GalvaniDifferenze di…Gender? Cervello e abilità

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