Nuovi Articoli

Non tutti i sintomi vengono per nuocere: perché soffriamo di disturbi psicologici?

“Ci sono due modi per affrontare le malattie. Si può considerarle come un nemico da combattere. Oppure si può considerarle come dei segnali. Segnali che ci indicano che stiamo facendo qualcosa contro noi stessi. In questo senso ogni tipo di male può essere una meravigliosa occasione di trovare il modo di fare davvero bene a noi stessi”
(Anonimo)

La Psicologia evoluzionistica s’interessa dell’evoluzione della mente umana e degli aspetti comportamentali e sociali collegati al suo funzionamento. Essa fa uso dei concetti della biologia evoluzionistica e, in particolare di tratto adattativo, processo di adattamento e stato di adattamento.
I tratti adattativi si possono definire come caratteristiche comuni a tutti gli individui di una specie (dello stesso sesso o della stessa età per alcune caratteristiche), dotati di ereditabilità e variabilità individuale, forgiati dalla selezione naturale in quanto in grado di portare vantaggio alla sopravvivenza e alla riproduzione individuale. La mente umana comprende un insieme di tratti adattativi, o meccanismi mentali a funzione specifica, modellati da specifiche situazioni ambientali nel corso del periodo determinante dell’evoluzione filogenetica dell’uomo.
Secondo la Psicologia Evoluzionistica i vari tratti adattativi mentali non sono direttamente connessi con l’aumento della fitness (ovvero con l’aumento della capacità riproduttiva che rappresenta il traguardo biologico ultimo), ma si sarebbero evoluti per consentire all’individuo il raggiungimento di specifici “traguardi a breve termine” a livello del singolo individuo connessi con la sperimentazione di emozioni piacevoli e/o la cessazione o l’evitamento di emozioni spiacevoli. Il raggiungimento di obiettivi di questo tipo è indirettamente collegato ad una maggiore fitness.
Occorre comunque distinguere fra tratti adattativi e comportamenti da loro resi possibili; questi sono considerati come processi di adattamento originatisi dall’interazione di molti meccanismi a funzione specifica, e possono variare conseguentemente al variare del contesto.
Il processo di adattamento è una particolare modalità con cui gli individui fanno fronte alle modificazioni che si verificano nell’ambiente allo scopo di ripristinare o di conservare lo stato di adattamento.
Lo stato di adattamento (o idoneità) è lo stato degli individui di una specie allorché si trovano in una situazione per cui possiedono tratti adattativi adeguati alla sopravvivenza e alla riproduzione.

malattia1
I disturbi mentali possono essere affrontati in termini di cause prossime e di cause remote.

Nel primo caso le teorie focalizzano la propria attenzione su squilibri biochimici che si possono manifestare nel sistema nervoso, creando caratteristici quadri sintomatologici; invece, nel secondo caso, il fattore scatenante dei disturbi psicologici è cercato nel possibile significato adattativo che alcuni di essi possono aver avuto nell’evoluzione umana.
La Psicopatologia Evoluzionistica parte dal principio che i disturbi mentali possano essere dei meccanismi di difesa, evolutisi per rilevare stati di disadattamento, in modo da attivare degli adeguati processi in grado di riportare l’individuo ad uno stato di equilibrio ottimale con l’ambiente (stato di adattamento).
Dunque, in un individuo sano, la sensazione di benessere corrisponde ad uno stato di adattamento e quella di malessere a disadattamento. Ma i concetti di salute e di malattia risultano completamente mutati in questa prospettiva, per cui la salute non corrisponde necessariamente ad uno stato di benessere e la malattia ad uno stato di malessere. Il soggetto sano è colui che sperimenta sensazioni di benessere di fronte a situazioni ambientali adattative e malessere in situazioni contrastanti, al contrario deve essere considerato malato chi prova uno stato di benessere in circostanze disadattative, o di malessere in corrispondenza di situazioni svantaggiose.
Tutti gli studi sulle malattie mentali concordano nel definirle come errori, deficit o alterazioni psicologiche e comportamentali, partendo dall’assunto che lo scopo del funzionamento della mente umana sia il raggiungimento della felicità; al contrario, per la psicologia evoluzionistica i tratti sono selezionati a scopo riproduttivo e i disturbi sono derivati dall’attivazione di antiche strategie adattative che non si rilevano più adeguate negli ambienti moderni.

La psicopatologia evoluzionistica suggerisce che i contesti contemporanei possano contribuire a ciò che oggi chiamiamo disturbi mentali.

Le specie hanno la capacità di adattarsi per evoluzione al proprio ambiente modificando le caratteristiche medie degli individui nel corso delle generazioni in base ai cambiamenti ambientali; ma se questi ultimi sono troppo veloci, la selezione naturale non è in grado di adattare i vari tratti adattativi che si trovano, quindi, ad agire in un contesto diverso rispetto a quello in cui sono stati forgiati. Questo è ciò che è avvenuto dall’inizio dell’Olocene( da 10.000 anni fa) a causa della rivoluzione agricola che ha determinato un graduale aumento della velocità dei cambiamenti culturali, sociali e tecnologici.

Riferimenti bibliografici:
Comparini A., Costa S. (2000) “Guida alla Psicologia Evoluzionistica; fondamenti e principali implicazioni”, Unipress.
Nesse R. M., Williams G.C. (1999) “Perchè ci ammaliamo?”. Grandi Edizioni Einaudi.

Psicologa Padova - Francesca GalvaniNon tutti i sintomi vengono per nuocere: perché soffriamo di disturbi psicologici?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *